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Back to Bed – Recensione

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Publisher: Loot Entertaiment, Bedtime Digital Games Developer: Bedtime Digital Games
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS3 e PS Vita) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 17,99 €

Soffrite di insonnia, amate i puzzle game e adorate lo stile di Salvador Dalí e della corrente surrealista in generale? Bene allora, siete nel posto giusto. Il titolo di cui vi parleremo oggi è Back to bed, puzzle game appunto, che colpisce subito per il suo design fuori dalle righe, incredibilmente surrealista. Oltre all’impatto visivo però, quanto ci ha colpito e convinto il titolo dei Bedtime Digital Games? Scopritelo nella nostra recensione.

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Buonanotte Bob

Back to Bed è caratterizzato soprattutto da design e gameplay, ma comunque gli sviluppatori hanno voluto dare una base di trama, seppur minima, all’avventura. Tutto si svolgerà all’interno dei sogni di Bob, che dovremo proteggere vestendo i panni di una specie di cane dalle sembianze umane. Si sà però, i sonnambuli non vanno disturbati: ci ritroveremo quindi a guidare Bob attraverso tortuosi sogni pieni (neanche troppo) di trappole, al fine di portarlo serenamente al risveglio del giorno successivo. Il tutto è narrato attraverso brevi cutscenes, che consistono sostanzialmente in immagini a scorrimento commentate dalla voce narrante. Non aspettatevi quindi una trama emozionante o particolarmente profonda, perché Back to Bed non è stato assolutamente pensato per questo.

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Non svegliare il can che dorme.. 

Come abbiamo già detto, Back to Bed è sostanzialmente un puzzle game. Infatti, dovremo venire venire a capo di rompicapo più o meno riusciti per salvare la pellaccia di Bob. Il nostro nottambulo camminerà in linea retta e guidando lo strano cane di cui parlavamo in precedenza, dovremo deviare il percorso di Bob per farlo arrivare sano e salvo alla meta. L’idea alla base potrebbe essere vincente, ma è la sua messa in atto a convincere solo a tratti. Il problema sta di fatto nella difficoltà dei livelli che, fatta eccezione per alcune perle di level design, non riesce ad appassionare a pieno il giocatore, con soluzioni spesso scontate. Questo fattore, abbinato alla scarsa longevità dell’avventura, che presenta una trentina di livelli in totale, penalizza non poco il titolo. Altro problema non indifferente è sicuramente la mancanza di alternative nella risoluzione dei puzzle: visto il tipo di gioco ci si aspetterebbe quanto meno un paio di diverse strade per portare a termine un livello, invece la soluzione è sempre e solo una.

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D’altro canto, non possiamo di certo dimenticare la modalità Incubo del gioco che poteva tranquillamente essere quella principale: un livello di difficoltà più alto applicato agli stessi livelli già affrontati nell’avventura principale, rende il tutto più frizzante e divertente. Insomma, un gameplay promosso a tratti: ottimo in modalità difficile (sbloccabile dopo aver completato il gioco) grazie a enigmi impegnativi, meno a difficoltà normale a causa di puzzle troppo spesso banali e risolvibili in una manciata di secondi. La struttura del gioco a conti fatti, risulta molto più adatta ad un contesto portatile magari su smartphone, rispetto ad una console fissa per motivi di longevità e difficoltà mai troppo impegnativa.


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